Nell’àmbito della pur ricca letteratura sulla Dottrina sociale della Chiesa questo libro di Manlio Paganella si situa con una sua fisionomia, propria e originale. Esso infatti, oltre a individuare le fonti documentali dei pronunciamenti magisteriali in materia di morale sociale enucleandone princìpi e criteri per l’agire dei credenti nelle strutture economiche e civili, guadagna il fondamento ultimo della Dottrina sociale cristiana, il diritto naturale, cioè il riconoscimento razionalmente motivato dei beni e valori essenziali della persona – il suo statuto ontologico – e la tutela dell’effettivo loro esercizio in rapporto a ogni potere o istituzione ingiusti. In tal maniera Paganella, nell’esporre e commentare i documenti del Magistero sociale della Chiesa – da Leone XIII a Benedetto XVI, passando per il decisivo snodo del Concilio Vaticano II –, delinea contemporaneamente una vera e propria storia della modernità, che ha visto tra altri caratteri la progressiva scomparsa del diritto naturale dalle legislazioni statuali e transnazionali per un positivismo giuridico meramente patrizio e convenzionale nell’assenza di una condivisa concezione dell’uomo e del suo stare al mondo in amicizia e solidarietà con gli altri. Secondo l’autore, la dimenticanza del diritto naturale e l’attuale crisi degli ordinamenti economico-sociali con inquietanti ripercussioni sull’intera civiltà, si configura filosoficamente come sfiducia nella ragione umana, che, al contrario, la Chiesa ha incessantemente esaltato nella sua opera di inculturazione, intrattenendo fede e ragione una strutturale relazione di amicizia: il cristianesimo è la religione del logos Ben radicata in queste luminose acquisizioni, tali da fugare ogni separatezza o strisciante pessimismo antropologico, la Chiesa – conclude Paganella – anche nel terzo millennio della sua storia si propone come maestra di umanità sollecitando popoli e Stati – come ha fatto papa Benedetto XVI il 18 aprile scorso dinanzi all’Assemblea generale delle Nazioni Unite – a costruire mondi vitali nella giustizia e nella verità integrale sull’uomo.