« La condivisione di vita fa riconoscere le capacità ed abilità che altrimenti verrebbero nascoste e, soprattutto, fa vedere il positivo creativo che c’è in ognuno.»
(dalla prefazione di Giovanni Paolo Ramonda)
Scorrendo le pagine di questo libro viene un dubbio: è un’opera sul teatro o sul disagio minorile? Difficile classificare. Perché la storia che qui si racconta è fatta apposta per rompere ogni schema.
L’occasione è data da un evento tragico: il terremoto che nel 2002 ha colpito Linera di Santa Venerina, paesino della Sicilia dove l’autrice del libro vive nella sua casa famiglia, assieme al marito e a tanti figli. La voglia di teatro nasce per far divertire i ragazzi ed aiutarli ad uscire da questa terribile esperienza.
Dai laboratori e dalla scelta di rileggere la storia di Pinocchio emerge il desiderio di raccontarsi, di tirare fuori vissuti a volte drammatici, di liberarsi da chi vorrebbe continuare a manovrare i fili.
Storie di vita che diventano spettacolo. Un percorso alla scoperta di quell’”X factor” presente in ciascuno, che qui non serve per eliminare gli avversari ma, al contrario, per valorizzare le differenze, convinti che «non vince chi arriva primo ma chi arriva con gli altri». Un percorso artistico che diventa scuola di vita e di speranza, non solo per i giovani protagonisti ma anche per quanti sono disposti a dare fiducia, a credere che anche un pezzo di legno scartato può diventare un vero bambino.
Laura Lubatti è nata in Piemonte nel 1963. Dal 1992, dopo il matrimonio con Marco Lovato, veneto di origine, vive a Linera di Santa Venerina (CT) grazie a don Oreste Benzi che come “dono di nozze” propone loro di aprire una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII in terra siciliana. Un “viaggio di nozze” che dura da 18 anni, con la bellezza di 14 figli, naturali e “rigenerati nell'amore”.
Operatrice di teatro sociale, è co-animatrice generale del “Coordinamento arti” per la Comunità Papa Giovanni XXIII.
Da dieci anni ha avviato una compagnia teatrale che coinvolge ragazzi provenienti da storie di disagio ed emarginazione, attiva anche all’interno del carcere minorile.