Quarantacinque anni fa fu promulgato da parte di Papa Paolo VI il Decreto conciliare Unitatis che mise in evidenza alcuni punti fermi, oltre i quali nessun interlocutore cattolico è autorizzato a procedere: unità/unicità della Chiesa, governata dai successori degli Apostoli con a capo il successore di Pietro; integrità dottrinale, accompagnata da carità ed umiltà. Il Decreto avverte: “Niente è più alieno dall’ecumenismo, quanto quel falso irenismo che nuoce alla purezza della dottrina cattolica e ne oscura il senso genuino e preciso”. La realtà dei fatti susseguenti fu però una reticenza pratica, se non anche formale, dei suddetti principî, la politica del consenso prima di tutto e soprattutto, i ripetuti cedimenti. La conseguenza è che oggi il buon popolo di Dio non ha più riferimenti sicuri, tutti (o quasi) naufragati nel “mare magnum” dell’indifferentismo largamente diffuso e nel non meno diffuso relativismo. Già da cardinale, l’aveva constatato anche l’attuale Pontefice Benedetto XVI, secondo il quale s’è instaurato nella cultura in genere, e particolarmente nell’ambito religioso-teologico, l’impero d’un paralizzante relativismo. In questo volume − del massimo specialista cattolico sull’ecumenismo − si scopre che l’impedimento ad un corretto ecumenismo si chiama confessionalismo: non la confessione o professione della fede cristiana, ma quel complesso strutturale e d’apparato in base al quale si parla di chiesa luterana, riformata, anglicana, ortodossa, cattolica. Il cappio che si stringe alla strozza d’ogni denominazione cristiana, anche di quella cattolica e forse più di questa che delle altre, è proprio l’apparato: una struttura complessa, dove alle verità della fede s’abbinano, e talvolta su di esse prevalgono, elementi della polis, non dell’Evangelo.
Brunero Gherardini (Prato, 1925), sacerdote (1948), laureato in teologia (1952) con specializzazione in Germania (1954-55), già cattedratico della Pontificia Università Lateranense e decano della Facoltà Teologica, canonico della Basilica di S. Pietro in Vaticano dal 1994, Direttore responsabile della Rivista Internazionale “Divinitas” dal 2000, per un trentennio consultore della Congregazione per le Cause dei Santi, ha scritto oltre 80 volumi e varie centinaia d’articoli. Centro della sua ricerca, la Chiesa. Collateralmente ma in funzione complementare, ha approfondito la figura e l’opera di Lutero, la Riforma, l’ecumenismo, la Mariologia e la teologia spirituale. È una delle voci italiane più note anche all’estero. Con Fede & Cultura ha pubblicato "Quale accordo fra Cristo e Beliar?"