Felix è un ragazzo molto particolare: dopo aver passato l'infanzia chiuso in un enigmatico mutismo, indifferente ai tentativi dei genitori di scuoterlo dalla sua indifferenza ma capace di stupirli con improvvisi guizzi di genialità, è rimasto taciturno e riservatissimo. Se si eccettua la passione per i dolci, Felix non ha niente in comune con i suoi coetanei. Possiede inoltre un insolito talento che si compiace di coltivare in solitudine: una memoria prodigiosa che gli permette di catalogare in maniera precisissima - e all'occorrenza rievocare - milioni di ricordi. È il suo insegnante di filosofia, il professor Kobbe, a scoprire questa capacità e, affascinato, lo aiuta a coltivarla e a perfezionarla nella convinzione di poter fare di lui un grande filosofo. Ben presto, però, si rende conto delle potenzialità di questa dote se applicata alla politica e capisce che, se opportunamente guidato, Felix può diventare un grande statista. All'università Felix incontra un enigmatico insegnante nonché uomo politico, il Maestro, che - conquistato dalle straordinarie abilità di Felix e consapevole di poterle usare a proprio vantaggio - lo introduce nel mondo della politica. Felix si rivela un collaboratore preziosissimo. Soltanto la sua bizzarria rischia di ritorcersi contro il Maestro, divenuto intanto - dopo aver vinto trionfalmente le ultime elezioni - Presidente. Intanto, l'unanimità di consensi che il Presidente - ormai Gran Presidente - ha saputo creare intorno a sé si frantuma e a Felix tocca decidere se prendere le redini del comando o tornare da dove è venuto.