Siria, 1980. Il regime di Hafez al-Assad reprime ferocemente i tentativi di insurrezione, sfociati anche in un fallito attentato contro di lui, organizzati dalla leadership sunnita. Le famiglie siriane, famiglie normali, con i loro amori, speranze e tradimenti, sono strette tra il fondamentalismo e un regime poliziesco e corrotto. Una giovane universitaria, cresciuta in un'antica casa tradizionale nel cuore di Aleppo sotto l'influenza conservatrice dello zio Bakr, aderisce alla causa per la caduta del regime e diviene un'attivista convinta. La sua famiglia vive prigioniera delle proprie passioni e ossessioni, nel ricordo del suo antico splendore derivante dal commercio di preziosi tappeti, difeso con i denti dalla bigotta, ma infine tenera, zia Maryam. E poi ci sono il vecchio servitore cieco Radwan; zia Marwa, che disonora la famiglia per il suo amore verso un ufficiale del Baath; il misterioso Abdallah, marito di zia Safa, che dallo Yemen all'Afghanistan sposa la causa della creazione di uno stato islamico; e tanti altri. E infine la giovane protagonista che narra l'intera vicenda mentre si appresta -a subire la reazione violenta del regime. Khaled Khalifa compone la sua personalissima geografia dell'odio, senza moralismi, con uno sguardo lucido, in questo "Cento anni di solitudine" del mondo arabo che ha sfidato le leggi della censura e scosso in profondità la coscienza di un intero popolo.