Benedetto XVI, nei giorni successivi la sua elezione alla Cattedra di Pietro, ha detto, rivolgendosi ai giovani: «Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a Lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo e troverete la vera Vita».
Sorge allora il quesito: come conciliare la chiarezza di queste mete e la responsabilità di raggiungerle, la positività di alcuni segni di risveglio che si riscontrano nella società , con quanto la realtà numerica delle statistiche sulla famiglia di oggi ci dice? Il problema della famiglia è davvero centrale. In Italia (e l'Italia rientra nella media europea), sommando separazioni e divorzi, le famiglie che si frantumano annualmente sono 130.000 (centotrentamila!); come dire: ogni anno, in Italia, una cittadina di media grandezza sprofonda nel caos affettivo.
La sfida si pone su due livelli: culturale ed esistenziale, ed è colta, da Torelló, nella sua pienezza.
Partendo dal concetto di «famiglia», l'autore affronta i temi dell'educazione, il mito onnisciente della «psicologia del profondo», i conflitti generazionali, le basi della maturazione personale e della convivenza civile; nella sua riflessione duella a spada tratta con i numi moderni e postmoderni, riconoscendo le conquiste e mettendone impietosamente a nudo le insufficienze, convinto che «bisogna molto semplicemente riconoscerlo: chi vuol salvare la famiglia deve rivoluzionare lo Stato» (pp. 232).