Allo stato attuale degli studi, il tessuto festivo e spettacolare della Genova del XVI secolo è oggetto di contributi parziali, centrati su singole occasioni o su protagonisti e luoghi particolari. Del tutto assente è uno sguardo che assommi la pluralità dei fenomeni e ne contestualizzi le dinamiche. In realtà, quello che in apparenza manca è ciò che non è stato cercato. Il teatro, nell'area ligure, gode di una notevole vitalità, ma per intercettarla bisogna deporre il pregiudizio che quella pratica sia da riportare esclusivamente alla rappresentazione di un testo. A Genova la produzione drammaturgica è carente, ma di contro fiorisce una spettacolarità diffusa, che si espande in primari aspetti e si insinua in molteplici pieghe della vita sociale. Così la rappresentazione vera e propria compare solo come articolazione di un ben più complesso cerimoniale che include giostre, banchetti, maschere, tornei, balli, spettacoli musicali, mimici, coreutici. Il tutto abilmente orchestrato dal dogato, dalle sue istituzioni e da una struttura di microcorti aristocratiche che ha nei gruppi nobiliari i principali com-mittenti di un'intensa attività spettacolare, in grado di soddisfare la domanda più variegata.