Il libro è il racconto di una esperienza vissuta, nei mesi dell'inverno 1998-99, a diretto contatto con un gruppo di Rom provenienti dalla Romania, finiti ai margini della città di Torino, che l'autore con pochi altri cerca invano di aiutare nei rapporti con le autorità locali e nazionali. Questi nomadi vivono, loro malgrado, senza acqua, senza riscaldamento, senza servizi igienici. Nonostante la retorica umanitaria che caratterizza l'epoca, per scoraggiare l'insediamento, l'acqua, prima concessa, viene tagliata, il riscaldamento, dato dalla Croce Rossa, limitato... Tutti i passi fatti finora sembrano avere esito negativo, finché giunge il decreto di espulsione e la distruzione fisica del campo.