Ancora una volta non si tratta della biografia di un grande personaggio, quanto, piuttosto, di un saggio sulla pratica della nonviolenza, intesa come misura di giudizio di Dio sull'uomo e sulle sue opere. In questo senso anche il personaggio Gandhi è assunto da Ernesto Balducci come il simbolo di quella cultura inedita, da lui considerata al centro di quella trasformazione antropologica verso una civiltà postmoderna, della convivenza globale, pacifica e non violenta. In questo senso sarebbe perfino riduttivo considerare Gandhi essenzialmente nella sua esperienza di teorico della nonviolenza piuttosto che colui che, di quella pratica, ha fatto, innanzitutto, una testimonianza di fede in Dio. Infatti soltanto quando la testimonianza di fede apre orizzonti alla speranza storica, al di là degli schemi culturali editi, finisce davvero per connotarsi in senso messianico tale da rendersi degna del giudizio positivo di Dio. Così è per la fede nella nonviolenza divenuta ormai, per l'autore, l'unica prospettiva capace di configurare e realizzare un mondo secondo il cuore di Dio e dell'uomo, dal momento che sono un solo cuore.