Per i membri della comunità di Hollywood mentire, truffare, millantare sono diritti acquisiti, ma Leander Starr ne abusa. E mentre il pubblico perdonerebbe quasi tutto all'autore di Rut nel grano altrui (un kolossal biblico che nessuno ha dimenticato), e di Negretti (il breve documentario che ha cambiato per sempre la percezione comune dei pigmei), ex mogli, direttori d'albergo e agenti del fisco sono per definizione meno condiscendenti. Al punto che Starr, come altri grandi (e grossi) registi americani di quegli anni, ha dovuto riparare in Messico, dove vive in un ex convento sognando di girare II paese degli avvoltoi, il film che lo riscatterà. Ora gli servirebbero solo un po' di soldi e uno sceneggiatore. I primi sta per estorcerli ad alcuni affaristi locali, e quanto al secondo, pare che da quelle parti viva un uomo che potrebbe fare al caso suo. Si tratta di uno scrittore a suo tempo abbastanza noto, ma che da un po' ha un problema con la pagina bianca, e con vari altri nemici dell'ispirazione: Patrick Dennis. Il risultato del loro incontro è questo libro, dove si racconta il making di un film che sembra concepito da Orson Welles in stato di ebbrezza, girato da Ed Wood in stato di grazia, e scritto - qui non ci si sbaglia - semplicemente da Patrick Dennis. Bene, in quale razza di inferno questa somma di talenti precipiti i personaggi - e in quale paradiso trascini i lettori - si può anche immaginare. Anzi, a dirla tutta, assolutamente no.