La moltitudine di spiriti angelici che popola il regno celeste si suddivide in gruppi aventi una diversa dignità e un diverso ruolo, che danno vita a una vera e propria struttura gerarchica. Le milizie angeliche sono organizzate secondo ranghi e capacità. Abbiamo a che fare con una vera «divisione del lavoro», secondo la quale alcuni angeli hanno il controllo dell’individuo, altri il controllo di popoli, di grandi comunità o di epoche intere ecc.
Gli angeli sono organizzati secondo il principio della stretta subordinazione, in base alla loro posizione più o meno vicina a Dio. La gerarchia dei nove gradini di Dionigi l’Areopagita (fine del V secolo) comincia con le milizie superiori, quelle di Serafini, Cherubini e Troni; prosegue con le milizie intermedie delle Dominazioni, Virtù e Potestà; finisce con le milizie più vicine all’uomo, quelle dei Principati, Arcangeli e Angeli (gli angeli propriamente detti).
La struttura gerarchica delle milizie angeliche implica quella dell’intervallo che esse colmano. Tra Dio e l’uomo esistono dei gradini, dei cieli, densità ontologiche differenti, così come esistono, tra l’uomo e la materia inorganica, dei regni intermedi. Ora, gli angeli non fanno altro che «animare» lo spazio che ci separa dall’Assoluto. L’angelologia, come disciplina dei gradini esistenti tra l’intelligenza dell’uomo creato e la verità del suo Creatore, stabilisce le tappe di un percorso e raccomanda la guida di esseri intermedi.
Il presente studio di don Marcello Stanzione sui nove cori angelici è uno dei rarissimi testi cattolici su questo argomento e colma una grossa lacuna nella speculazione teologica cristiana sugli spiriti celesti.