Opera che ha acquisito l'importanza di un 'classico' della riflessione cristologica, questo saggio del professore di Tubinga Karl Adam determinò al suo apparire, in Germania e in Italia, vivissimi consensi generali.
Egli infatti, con coraggio pastorale, rinnova a fondo il linguaggio con cui presentare il Cristo ai contemporanei, avvicinandosi con sincera partecipazione ad istanze critiche della mentalità del nostro secolo, sa cogliere le ragioni di un rigetto del 'gesuanismo', un po' sentimentale e troppo umano, e insieme di un più o meno larvato 'docetismo', che induce a scorgere nel Cristo solo la maestà della divinità.
La sua visione, appassionatamente sostenuta dalla fede, riesce a trasmettere con grande efficacia la comprensione intima, addirittura la conoscenza per immedesimazione spirituale, ch'egli ha dell'umanità piena ed eminente di Gesù; le sue intuizioni sulle facoltà dell'Uomo-Dio, sul senso della realtà, sulla, ricchezza ed equilibrio perfetti dei rapporti con gli uomini si dispiegano in pagine di felicissìma animazione letteraria, oltreché di vera solidità teologica. Molto innovativa poi è l'anteposizíone del discorso sulla Risurrezione e la Pentecoste a quello sulla Croce: l'Autore avverte che il cammino per attingere l'abisso del mistero dell'amore sacrificale, anche e soprattutto nell'uomo d'oggi, presuppone la luce spiegata della Pasqua.
Su "Etudes" un recensore scriveva: «Questo libro è opera di un teologo che ha medidato profondamente sul nodo vitale del cristianesimo e di
un apostolo che vuole comunicare la sua fede con un ardore mirabile (...). I capitoli che formano il nucleo dell'opera sono saldamente costruiti e ricchi di suggestivi sviluppi».