“Ascoltare il tuo giardino,
abbandonarsi alla sua voce,
significa abbandonarsi alla voce più segreta
e più folle che è in te.”
Un ironico manifesto di resistenza botanica, che offre uno spaccato della nostra società partendo dalla polemica contro i giardini alla moda, attraverso i ritratti pungenti e spietati dei loro proprietari. Dai giardini dei collezionisti fanatici, ossessionati dalle rarità al punto da scordare il piacere dell’aspetto o del profumo dei fiori, ai giardini delle signore per bene, finti perché viziati da un’inventiva meccanica; e ancora i giardini miliardari, status-symbol senza passione, affidati a professionisti dai nomi inevitabilmente inglesi, i garden-designer, o le aiuole artefatte che fanno mostra di sé nelle rotatorie urbane, fino ai giardini porno, in cui la natura esprime senza pudori la sua sfacciata sensualità. Ma in questa valle degli orrori ci sono anche sorprese piacevoli, come i giardini dei benzinai, orti selvaggi e imprevedibili, concimati dall’inquinamento, che per qualche bizzarria della natura danno vita a creazioni toccanti. Un viaggio in punta di foglia, che invita il lettore a riconoscersi nei vizi e virtù dei tipi umani raccontati, e costringe a fare i conti col giardino segreto che è in ognuno di noi.
Umberto Pasti è nato a Milano. Ha collaborato a “il Giornale” e a “La Voce” di Indro Montanelli con articoli sull’arte e sulla letteratura. Ha scritto di viaggi, di costume e di attualità su periodici italiani e stranieri (“Vogue”, “Elle”, “House and Garden”, “The World of Interiors”). Ha tradotto per La Tartaruga le lettere di Marcel Proust alla madre (1986). Esperto di ceramica islamica e appassionato di botanica, vive a Milano, a Tangeri e nei pressi di un villaggio nel nord del Marocco.
Il Saggiatore ha già pubblicato L’età fiorita (2000, finalista al Premio Viareggio) e L’Accademia del dottor Pastiche (2008), da Bompiani è uscito nel 2010 Giardini e no. Manuale di resistenza botanica (4 edizioni).S