Nato alla periferia dell’Impero zarista, in una famiglia georgiana povera e tenuta insieme dalla determinazione della madre Keke, Stalin è uno studente dotato ma ribelle. Leader naturale, carismatico seduttore, sogna un futuro da cavaliere e cantore della propria terra, ma segue i consigli materni ed entra in seminario. La sua vera vocazione è però quella del rivoluzionario. Vi si applica con un talento privo di remore morali, rivelandosi capobanda e cospiratore fuori del comune, impegnato in un’attività frenetica di espropri, rapine, omicidi mirati e attentati compiuti per finanziare il nascente partito bolscevico. La svolta dell’ottobre 1917 lo vedrà al fianco di Lenin come uomo d’azione di spietata efficacia, che farà tacere ogni dissenso. Prevarrà poi su Trockij e gli altri avversari interni, portando ai vertici del potere i compagni di lotta degli anni giovanili. Con i sopravvissuti alle terribili «purghe» da lui stesso ordinate, trascorrerà gli ultimi anni in nostalgiche rievocazioni: «Se non ci fosse stato Lenin, sarei rimasto un corista e un seminarista».
In pagine documentatissime, frutto di un decennio di ricerche – durante il quale ha ripercorso i luoghi che videro la giovinezza del futuro «zar rosso», interrogando i discendenti e consultando documenti e diari, finora tenuti segreti, di protagonisti e comprimari –, l’autore disegna un vivido «ritratto del despota da giovane», svelando il mistero che ha avvolto molte vicende relative agli anni di formazione di uno tra i maggiori, e più fascinosamente malvagi, protagonisti del secolo scorso.