1600 a. C. Da giorni la nave era in balia della tempesta. Giorni che erano come notti, in quei mari del Nord, tra l'acqua nera e gonfia d'ira e il cielo buio che incombeva come un pesante sudano. Intorno, solo pezzi di ghiaccio galleggianti, sempre più fitti e minacciosi, con i loro scricchiolii sinistri. Era stata una follia salpare con la brutta stagione, ma quello era il volere di re Hargar, disposto a sacrifica-re la sua Guardia Scelta pur di impossessarsi del bottino dei pirati dell'isola di Toraigh. Vincolati a quell'impresa da un giuramento di fedeltà, i membri dell'equipaggio non poteva no nemmeno abbandonare la nave, pena la vergogna e la dannazione eterna. E così, quel mare sarebbe stata la loro bara. C'è chi giura di aver visto il relitto: intrappolato da una bianca montagna galleggiante, la prua innalzata verso l'alto. Ma poi lo scafo è scomparso, come per dispetto degli dèi. Ora, tra i Lochlann, le genti scandinave, sono in molti a bramare il tesoro disperso. Lo vuole re Hargar, per pagare i mercenari che difendono il suo trono col potere delle armi. E lo vogliono i sudditi stanchi dei soprusi del sovrano, per mettere fine al suo regno. Ma è necessario vincere la grande magia degli dèi del mare per svelare il segreto della nave fantasma, ed è per questo che uno dei dan ribelli chiede aiuto al druido Conan.