"Era potente, carismatico, intoccabile. Nessuno poteva immaginare che quel prete segaligno, dallo sguardo un po' stralunato, si sarebbe trasformato in un diablo". La vaticanista e giornalista d'inchiesta Franca Giansoldati comincia con queste parole il racconto della sua indagine sul "caso Maciel": uno degli scandali che più hanno gravato sul pontificato di Benedetto XVI e che ancora preoccupano papa Francesco. Il sacerdote messicano, fondatore della congregazione maschile dei Legionari di Cristo, con oltre 2.000 religiosi e migliaia di adepti, venne sospeso dalle sue funzioni nel 2006 per essersi macchiato di menzogne e reati gravissimi: già sacerdote, si era sposato con due donne, mentendo sulla propria identità, e aveva avuto dei figli; venne poi accusato di abuso sessuale da decine di seminaristi e minorenni; infine, dopo inchieste della magistratura messicana e italiana, fu incriminato per aver raccolto denaro finalizzato a foraggiare un vero e proprio impero di potere e interessi, a cui si sarebbero intrecciate attività illegali legate alla droga e allo sfruttamento della prostituzione. Morto nel 2008, rifiutando gli ultimi conforti religiosi, Maciel ha continuato a far parlare di sé per un fiume di testimonianze e documenti che provano come fosse riuscito a penetrare in Vaticano, ingannando persino Giovanni Paolo II, che del "Legionario" si era sempre fidato. Un personaggio dal fascino inquietante, che in questo identikit viene messo a nudo per la prima volta.