In questo lavoro, l'autore prova a dare risposte a quesiti come: è possibile definire e rappresentare il territorio per mezzo di una visione multi-disciplinare? Che ruolo ricopre e quali obiettivi deve perseguire il marketing nella pianificazione territoriale? L'ultimo decennio, a causa di crisi finanziarie e guerre civili è stato caratterizzato da flussi migratori che hanno contribuito a ridefinire gli spazi urbani e i rapporti tra questi e le aree rurali e costiere. Lo stesso periodo segna l'avvento della sharing economy, che contribuisce a facilitare la mobilità di viaggiatori alla ricerca di relazioni con i territori e le comunità, al fine di soddisfare bisogni funzionali, narrativo-simbolici ed esperienziali. Queste tendenze rappresentano le facce della stessa medaglia. Infatti, se da un lato i flussi migratori contribuiscono a ridefinire, spazialmente e abitativamente, le aree "marginali" e quelle periferiche delle grandi città, i flussi turistici segnano gli elementi identitari dei territori, provocando, in alcuni casi, fenomeni distorti di "gentrificazione". La reazione a queste tendenze è lo sviluppo degli interessi, politico-territoriali e scientifici, verso le aree "marginali", che si prestano a divenire laboratori di sperimentazione di forme di "innovazione sociale" per contribuire ad invertire le tendenze sociodemografiche ed economiche e sostenere, anche grazie al diretto impegno delle comunità, le azioni di tutela ambientale. È su questa base che il lavoro cerca di proporre al lettore elementi per una lettura delle dinamiche territoriali, utile a supportare i processi di pianificazione in ottica di sostenibilità.