Il velocifero era, negli ultimi anni dell'Ottocento, la diligenza per i viaggi celeri. Nel cortile del Cascinone, dove è ambientato in parte questo romanzo, se ne conserva un esemplare, ormai in disuso. La malridotta carrozza, luogo di giochi spensierati, diventa emblema di una saga familiare tra Ottocento e Grande Guerra, tra la Milano belle epoque e il contado, raccontata con gli occhi di due bambini, i fratelli Renzo e Silvia Bellaviti, che trasformano la loro pittoresca famiglia in una sorta di arca di Noè carica di parenti e animali. Un'arca, tuttavia, destinata a naufragare tra gelosie, debiti, le celle di un convento e le trincee del Carso. Introduzione di Alessandro Zaccuri.