Joy aveva 23 anni quando a Benin City, dove era nata e viveva con tante speranze, è stata convinta da un’amica di fiducia a partire per l’Italia con la promessa di un lavoro con il quale avrebbe potuto mandare denaro alla sua famiglia in gravi difficoltà e proseguire gli studi.
Poche ore di viaggio per rendersi conto che era stata ingannata ed era precipitata in un girone infernale: la drammatica attraversata del deserto, i campi di detenzione libici, lager di violenze crudeli e di orrori indescrivibili, il barcone alla deriva nel Mediterraneo.
Salvata miracolosamente dal naufragio, scopre al suo arrivo in Italia che il lavoro promesso era “la strada”, dove la madam, madre dell’amica nigeriana che l’aveva indotta a partire, l’obbliga a prostituirsi con il ricatto del woodoo e di un debito di 35.000 euro.
A Castel Volturno, in Campania, diventa una schiava alla quale i suoi aguzzini rubano e distruggono il corpo, la dignità, lo stesso nome. Jessica, non più Joy, è soltanto una merce da usare e da buttare, in vendita a clienti violenti e mai sazi, pericolosi.
Una seconda Libia. Ogni giorno può essere l’ultimo.
Ma a Joy non è venuta mai meno, anche nei momenti più drammatici, la fiducia in quel Dio che, sin da bambina, sentiva Amico, abitare in lei; la forza atavica e il coraggio delle donne della sua terra che l’hanno sorretta anche quanto tutto pareva perso.
Mariapia Bonanate vive a Torino. Scrittrice e giornalista, ha firmato réportage da diverse parti del mondo, dall’America all’Asia, all’Africa. Ha svolto importanti inchieste sul mondo dei giovani, della donna e su fenomeni come la droga e l’alcolismo, la malattia mentale. Ha pubblicato numerosi libri fra cui Perché il dolore nel mondo? Suore, Donne che cambiano il mondo e I bambini della notte.