In questo libro appassionante, premiato in Inghilterra da un successo più che decennale, Stuart Sutherland ci rivela gli errori, di cui siamo quasi sempre inconsapevoli, che ci impediscono di pensare correttamente. Essi sono in genere determinati da un uso distorto della ragione e dal prevalere di pulsioni ed emozioni. Pregiudizi, paure, spirito gregario, mancanza di senso critico ci inducono a ignorare i dati oggettivi, o a interpretarli in modo sbagliato, e di conseguenza a prendere decisioni illogiche e controproducenti.
Per dimostrare quanto l’irrazionalità domini le azioni umane, l’autore racconta con humour tipicamente anglosassone aneddoti tratti dalla vita quotidiana e professionale, analizza con rigore scientifico i risultati di test psicologici, si riferisce ad alcuni cruciali avvenimenti storici come, ad esempio, la seconda guerra mondiale o quella del Vietnam.
Ma ci indica anche la strada per imparare (o reimparare) a usare bene il nostro cervello, non fidandoci dell’intuizione – una qualità troppo spesso sopravvalutata – e invece ricorrendo alla matematica, alla statistica e al calcolo delle probabilità.
Erede del razionalismo e dell’empirismo inglese, Sutherland, pur con molti dubbi, coltiva ancora la fiducia aristotelica nell’agire razionale dell’uomo.
L'AUTORE
Stuart Sutherland, nato nel 1927, è stato professore di Psicologia presso l’Università del Sussex, dove ha fondato il Laboratorio di psicologia sperimentale. Columnist prolifico e collaboratore dell’«Observer», del «New York Times» e del «Daily Telegraph», è famoso, oltre che per Irrazionalità, pubblicato per la prima volta nel 1992, per l’autobiografico Breakdown, confessione sincera e toccante della sua depressione. È morto nel 1998.