L'Anfiteatro Flavio, universalmente conosciuto con il nome di Colosseo, per quattrocento anni fu il simbolo maestoso e cruento di un impero che si credeva eterno. E continuò a svettare anche quando, tra guerre e saccheggi, le illusioni crollarono, come un monito alla caducità delle ambizioni umane. Nei secoli successivi conobbe abbandono, incuria, oblio, divenendo di volta in volta rudere, fortezza, lupanare, luogo di preghiere e di cerimonie demoniache, infine meta obbligata per viaggiatori romantici. Oggi più che mai, attrae ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo, emblema di un passato che non smette di esercitare un fascino maliardo sull'immaginario collettivo.
È proprio qui, in questo punto nevralgico della nostra Storia, che Massimo Polidoro, con una narrazione incalzante ma rigorosamente documentata che funziona come una portentosa macchina del tempo, ci accompagna in un viaggio lungo due millenni.
Non sarà una traversata di tutto riposo, ma un'avventura densa di pericoli e ricca di meraviglie: perché, come un'antica montagna dagli innumerevoli strati geologici, il Colosseo racchiude in sé l'epopea irresistibile, tragica e grandiosa di Roma, dell'Italia e dell'Occidente.