L'aula delle udienze celebra i cinquanta anni di vita: è la visione, trasformatasi in pietra, dei suoi coraggiosi idealisti creatori: Paolo VI e Pier Luigi Nervi. Paolo VI sentiva l'urgenza e il bisogno di consumarsi, di effondersi; il bisogno di fare, il bisogno di dare, il bisogno di trasfondere negli altri il proprio tesoro, il proprio fuoco. E scriveva: "Sì; sì, o Signore, dimmi quello che io devo fare, e oserò, lo farò" (13 ottobre 1968). L'insegnamento che Paolo VI ci lascia è che bisogna sempre osare quando si tratta della causa di Dio. L'autenticità della vita cristiana esige un grande coraggio. "Non possiamo essere cristiani se non con coraggio pieno, con forza" (27 febbraio 1974). Nell'aula campeggia la grande Risurrezione in bronzo di Pericle Fazzini (1913-1987), posta scenograficamente a quinta del palco. Oggi, in quella scultura, possiamo vedere un chiaro messaggio all'uomo; dal dolore, dall'angoscia, dalla morte, con Cristo si risorge! Si calcola che in cinquanta anni, nelle udienze e nelle varie manifestazioni che vi si sono svolte alla presenza di Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, i fedeli siano stati oltre 12.000.000.