Sia in Italia sia all’estero, è cambiata la percezione di Milano, non è più la città «grigia e triste» degli anni Settanta e raccontare questo cambiamento attraverso le parole di uno dei suoi più attenti osservatori, celebre psicanalista, firma de Il Corriere della Sera, può essere di stimolo a decisioni oggi imprescindibili per l’intero Paese. “La politica è coraggio, ma non incoscienza”, ha detto il sindaco Giuseppe Sala, capire come è cambiata una città complessa e difficile come Milano è importante oggi per immaginare come possa cambiare il Paese.
“Milano non è bella, è un tipo”, diceva Guido Vergani. Oggi invece i milanesi pensano che sia bella, e obiettivamente è migliorata: ha cambiato vestito. Molti identificano Expo come un punto di svolta, ed è vero, ma soprattutto ha richiamato l’attenzione su ciò che la città stava già diventando. Più internazionale e aperta, cosa che tutto il nostro Paese dovrebbe essere e a volte non è. Per Milano è l’unica possibilità; è nelle corde dei suoi cittadini. Ma come è cambiata, cosa è successo? Quali gli investimenti e le difficoltà? Scoprire questi dati attraverso i testi che dal 2000 a oggi Garzonio ha redatto in occasione degli annuali report sulla città promossi da Ambrosianuem, di cui è presidente, è compiere un viaggio non sono temporale nella storia della città, ma di significato, politico e decisionale nonché culturale e umano.
Marco Garzonio, psicologo analista, psicoterapeuta, editoriali- sta del Corriere della Sera, è uno dei maggiori esperti del pensiero di Carlo Maria Martini.
È presidente della Fondazione culturale Ambrosianeum.