«La coscienza è per me la facoltà di distinguere gli atti degni di lode da quelli che meritano riprovazione. Una tal lode e una tal riprovazione sono un indice evidente della mia esistenza, uno di quegli indici attraverso i quali la mia esistenza mi diviene accessibile». Questo, nelle parole di Newman, il nucleo essenziale della realtà della coscienza, che la associa in maniera indissolubile alla percezione originaria dell'esistenza (dell'autoesistenza, come egli ancora dice) e ne evidenzia il ruolo primario di scandaglio «nelle profondità insondabili dell'animo umano, nell'infinito abisso dell'esistenza».
Da questo fondamento insieme interiore ed ontologico scaturiscono le molteplici forme della coscienza, il suo rapporto con la soggettività e la trascendenza, con il naturale e il soprannaturale, la sua imperatività e la sua valenza religiosa, il suo legame intrinseco con la sfera della libertà e quindi con il senso di responsabilità, il suo influsso su tutto l'arco dell'essere e dell'agire, della moralità in senso lato alla religione, alla politica, alla vita di ogni giorno nelle sue più varie manifestazioni.
Luce che illumina la profondità dell'essere, voce che giudica, ammonisce, consiglia e guida nelle vicende della vita, la coscienza non è prodotto finito e chiuso in se stesso dell'interiorità umana, ma presenza dell'infinita Verità divina che fonda la stessa interiorità nel suo valore perenne: «La coscienza implica una relazione tra l'anima e ciò che è esterno e superiore ad essa; una relazione nei confronti di un'eccellenza che essa non possiede, e di un tribunale su cui non ha potere». Il riconoscimento della trascendenza da parte della coscienza è fondazione di ogni pensiero retto, di ogni virtù e di ogni azione positiva, e dunque fondazione di ogni autentica personalità umana e di ogni valida forma di società e di civiltà.
Il grande amore per Newman e il lungo studio delle sue opere hanno portato Giovanni Velocci nel saggio introduttivo a una sintesi penetrante e limpida, esemplare per equilibrio e profondità, del suo pensiero sulla coscienza: un invito a ritrovare il senso della vita nella sua apertura originaria alla sorgente infinita del Vero e del Bene.