C'è chi è gentile per educazione e ostenta buone maniere, c'è chi lo è per convenienza e vede nella gentilezza il modo più rapido per ottenere qualcosa. Molto più spesso non si è gentili affatto: a causa dello stress, della fretta, di un malinteso senso di praticità, si tende a essere troppo diretti e si saltano quelli che definiamo, con un po' di disprezzo, «convenevoli», riducendo ogni rapporto a un semplice scambio. Peccato che così facendo si perda il contatto con tre aspetti fondamentali della nostra esistenza: gli altri, l'ambiente che ci circonda e persino noi stessi. Perché gentilezza vuol dire, prima di tutto, mostrare cura e rispetto verso ciò che veramente conta: significa trattarsi con amore, fare ciò che fa bene al nostro corpo e al nostro umore, intrecciare relazioni serene e appaganti, coltivare l'empatia e il sorriso, dare valore anche agli incontri occasionali, calarsi nella prospettiva altrui, rendere sempre piacevole e accogliente il posto dove stiamo. Cristina Milani, vicepresidente del World Kindness Movement, ci invita a riscoprire il potere di questa virtù dimenticata e ci spiega come declinarla giorno per giorno nei rapporti personali, sul lavoro, verso di noi e l'ambiente. Sono piccoli esercizi di civiltà, semplici e spontanei, in grado però di propagarsi e innescare una rivoluzione gentile che contagerà tutti. Basta solo iniziare.