C'è un albero di mango nel villaggio di Kusumbhara, nell'India settentrionale. Un albero grande e generoso, che regala sollievo dal sole nelle giornate afose, fa da parco giochi per i bambini, e accoglie gli adulti la sera dopo il lavoro nei campi. I suoi rami solidi e le sue foglie sussurranti offriranno conforto a Bharti nei dolori più grandi, che il destino non risparmia a quelli come lei nati sotto una stella traballante. Ed è sempre lì sotto, seduta su una grande radice, che Bharti, a dodici anni, si scopre maestra. Un giorno, mentre sta tracciando in terra le parole che ha imparato al mattino a scuola, alcuni bambini si avvicinano e le ripetono a loro volta. Giorno dopo giorno, gli allievi si raccolgono sempre più numerosi intorno a questa bambina un po' più grande, povera come loro, ma con una sete di sapere e una curiosità non comuni in una regione dove la priorità di tutti è una sola: la sopravvivenza. Ma Bharti ha un sogno che la guida. Lei, appartenente alla casta degli intoccabili, abbandonata tra i binari di una stazione, una fortuna l'ha già avuta: quella di trovare una mamma che l'ha raccolta in fasce. Una mamma dal sorriso dolce come una tazza di tè zuccherato, che la ama al punto da infonderle il coraggio di immaginare per sé un destino diverso. Non moglie e madre bambina, come tante sue coetanee, ma studentessa e poi donna istruita che sa difendersi da sé. Maestra per tutti quei bambini che rischiano di perdersi appena usciti dall'ombra protettiva del mango.