Londra, anni Quaranta. Il mondo è in guerra e può capitare che una bella ragazza si ritrovi a colloquio, in un appartamento squallido e quasi vuoto di un ex albergo di Northumberland Avenue, con un fantomatico signor Potter appartenente all'altrettanto fantomatico Inter Services Research Bureau. La ragazza, tailleur grigio e camicetta bianca, si chiama Marian Sutro, di padre inglese e madre francese. Fino a qualche tempo fa viveva sulle dolci sponde del lago di Ginevra, città dove il padre era un diplomatico della Società delle Nazioni, l'organizzazione sovranazionale travolta dalla guerra. Il signor Potter è un uomo dall'aspetto comune, con giacca di tweed e panciotto, come si conviene a un membro dell'intelligence britannica. Il suo compito è reclutare agenti da spedire nel sud della Francia occupata dalle truppe tedesche, agenti naturalmente capaci di parlare francese senza inflessione straniera. Giovane donna che non è mai stata in un albergo e neppure in un bar da sola, Marian crede di essere arruolata per la sua perfetta padronanza del francese e per la missione illustrata dalla voce querula e i modi garbati di Potter: fare da corriere, nella vasta area che va da Limoges a Tolosa, per conto di un certo Cesar, che avrebbe il compito di istruire i partigiani sull'uso delle armi e le tecniche di sabotaggio. In realtà la sua vera missione, ignota allo stesso Potter, è un'altra e riguarda un fisico del Collège de France: Clément Pelletier.