Valerio conosceva le erbe, le pozioni, i rimedi della natura. Aveva amato una giovane sacerdotessa germanica e studiato per essere medico, perché quella era la sua vocazione. Suo fratello, Antonio Primo, detto “becco di gallina”, impetuoso generale al comando della legione Galbiana, aveva sgominato una tribù di barbari ribelli in Pannonia, ma a lui le armi facevano orrore. Il fato, però, aveva per lui programmi diversi da quelli che si era scelto. Ora, negli anni insanguinati della guerra civile, la sua libertà è stata venduta a un lanista di Tolosa, come quella di centinaia di giovani da trasformare in schiavi. O in gladiatori. Il suo bracciale è diventato una catena. Una prigione la sua casa. Non ha più niente di ciò che aveva, ma la sorte di suo fratello e perfino quella di Roma sono nelle sue mani. Mentre una guerra ignobile sconvolge la valle del Po e avanza come un fiume in piena verso la capitale dell’Impero, deve imparare un’arte che non conosceva e impugnare una lama non più per guarire ma per uccidere. Deve scoprire una forza che aveva ripudiato. Adesso ha un altro nome e un altro destino. Adesso, deve combattere.