Cristianesimo come religione dell’amore. L’identificazione è immediata, ma spesso rischia di trasmettere un’immagine edulcorata della fede cristiana, che invece ha a che fare, in modo speciale, anche con la violenza e il male. Il priore di Bose affronta a viso aperto questo tema leggendo i ‘salmi imprecatori’, testi biblici di solito poco frequentati proprio perché ricchi di immagini di violenza che disturbano la nostra sensibilità e ci mettono a disagio. Una violenza che viene portata davanti a Dio come grido di dolore, invocazione di una liberazione, ma anche invettiva. Perfino nella preghiera, il grido delle vittime innocenti di fronte al male dilagante e impunito arriva a mettere in questione la stessa bontà di Dio, la sua vicinanza, la sua capacità di giustizia. L’esperienza del male appartiene ineludibilmente alla vita. La Bibbia lo sa bene, e ne parla senza filtri o eufemismi, senza paura di dar voce a tutto l’uomo. E di dargli un senso e una speranza.
Enzo Bianchi è fondatore e priore della Comunità monastica di Bose. Uomo di fede e di cultura, attento al dialogo ecumenico, è firma di alcuni importanti giornali italiani e autore di numerose opere di successo, tra cui, negli ultimi anni: Il pane di ieri (2008, premio Pavese), Ogni cosa alla sua stagione (2010), Ama il prossimo tuo (2011, con M. Cacciari).