La chiamata universale alla santità, comune a tutti i battezzati, per gli sposi si perfeziona in modo "unico e speciale" attraverso il sacramento del matrimonio.
La famiglia pensata dal Creatore fin dalle origini è il luogo teologico della Divina Tenerezza dove gli sposi fanno esperienza dell'amore di Dio attraverso l'amore umano e, inabitati dalla grazia sacramentale, sono investiti della missione di essere discepoli di tenerezza nella Chiesa e nel mondo: strumento di santificazione reciproca e perché altri conoscano la gioia del Risorto.
Quella coniugale è una santità concreta, lontano dall'ideale amoroso favolistico "due cuori e una capanna"; è un coraggioso cammino di crescita in due, possibile solo accogliendo la virtù della tenerezza come sentimento predominate e opzione fondamentale.
La tenerezza rappresenta l'estetica spiritual dell'amore nuziale, è lievito capace di generare bellezza, vita nuova, luce e creatività in famiglia e che trasfigura ogni gesto di servizio, cura e custodia tra sposi in preghiera; spazio benedetto da Dio per dare pienezza all'amore sponsale.
Se gli sposi si educano alla tenerezza, la risposta a tale chiamata apre le porte alla più bella delle avventure che tesse le trame di continuità tra il tempo e l'eternità su di un telaio a quattro mani, dischiudendo gli orizzonti verso le vette più alte dell'Amore, che in tutto si rende simile a quello di Cristo.
Un'impresa questa, straordinaria e quasi inarrivabile, ma trasformata e trasfigurata in prospettiva ordinaria dalla grazia dello Spirito, che fortifica, purifica ed eleva i sentimenti mani, rendendo gli sposi cassa di risonanza della Divina Tenerezza, cantori innamorati della sua melodia d'amore senza fine.