Le tasse sono in genere viste come un «male», perché consistono in un sacrificio. Dire che sono belle crea un po' di sorpresa. Ma perché dire che sono «belle»? Perché reggono la vita in comune, sono alla base della convivenza civile: tutti siamo chiamati a concorrere alle spese pubbliche, e a sostenere la realizzazione di obiettivi che riguardano tutti. E questo è possibile farlo solo con le tasse. Allora, esse sono un sacrificio per il singolo, è vero, ma per soddisfare un interesse collettivo.
Nella vita reale, però, il legame a volte si perde. Resta cosí, impropriamente, solo l'idea del sacrificio. È un equivoco che va spiegato. Ebbene, un giorno, al professor Franco Fichera fu chiesto di spiegare le tasse ai bambini. «Io accettai l'invito e chissà perché la prima cosa che mi venne in mente fu quella di distribuire ai bambini dei cioccolatini».
Ne è nato un gioco di ruolo utile ed entusiasmante. E questo libro.
«Nessuno è disposto facilmente a farsi fare la morale, meno che mai in democrazia.
Se c'è un sistema di governo che dovrebbe essere alieno dalla propaganda, questo è per l'appunto la democrazia. Eppure, l'esigenza di una pedagogia democratica esiste, come per qualsiasi altro regime politico. Anzi, per la democrazia ancor di piú, perché essa non è affatto un regime "naturale", che corrisponda a un ethos che ognuno di noi ha dentro di sé. Come si è detto, è un regime che esige rinunce, niente affatto naturali.
L'esperimento di Fichera indica un'altra via, tra le nozioni e la propaganda: la sperimentazione ».
Gustavo Zagrebelsky, «L'Indice»