Il rapido diffondersi della fede cristiana, il difficile rapporto con l'autorità imperiale, il vasto - spesso aspro - dibattito intorno ad alcuni grandi temi dottrinali, determinarono nel II secolo d. C. la nascita e lo sviluppo di una ricca letteratura apologetica in lingua greca e latina rivolta al mondo pagano, fondata sulla necessità di difendere la nuova religione dagli attacchi, spesso infamanti, degli avversari: apologie scrissero dunque, in questo secolo, Quadrato, Giustino, Taziano, Atenagora, Melitone, Minucio Felice, Tertulliano, che spesso si rivolsero direttamente agli imperatori (Quadrato ad Adriano, Giustino ad Antonino Pio, Atenagora a Marco Aurelio e Commodo, Melitone a Marco Aurelio). Da segnalare fra tutte queste opere, per la limpidezza dello stile, la forza dell'argomentazione, il tono appassionato dell'esposizione, la raffinata conoscenza della tradizione letteraria l'anonimo trattatello in lingua greca, indirizzato a un certo Diognèto, un pagano di alta condizione sociale cui l'autore (forse appartenente all'ambiente alessandrino: ma non mancano diverse ipotesi), dopo le consuete critiche rivolte al paganesimo e al giudaismo (cc. 2-4), illustra l'essenza della rivelazione cristiana (cc. 5-12).