Sviluppata in tre parti, la lettera mette in evidenza come il sacerdote, l’alter Christus, è uno che vive radicato nella storia; è uno che si fa fulcro e promotore di relazioni; è uno che si rende fecondo di frutti dello Spirito.
«Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possa accordare ad una parrocchia e uno dei doni più preziosi della misericordia divina», dice il Curato d’Ars.
È una consapevolezza necessaria da riproporre nella Chiesa oggi:
– il sacerdozio è questione di servizio;
– il sacerdozio va vissuto alla maniera di Cristo, che ha dato se stesso per
tutti;
– il sacerdozio è, in primo luogo, memoriale-testimonianza di Cristo, che
ha a cuore gli interessi di Dio Padre. E il Padre ha a cuore tutti coloro che ha creato.
Punti forti
Speciale lettera di un vescovo ai sacerdoti. Il modo originale del pensare di monsignor Giancarlo Maria Bregantini. Il parlare per simbologia produce convinzione più profonda.
Destinatari
I sacerdoti, in primo luogo.
Autore
Mons. Giancarlo Maria bregantini è nato a Denno il 28 settembre 1948. Padre Giancarlo (come ama farsi chiamare) è religioso stimmatino. Ordinato sacerdote a Crotone nel 1978 è stato docente di Storia della Chiesa, insegnante di Religione, delegato diocesano per la Pastorale del Lavoro, cappellano del Carcere. E’ stato parroco di San Cataldo in Bari e cappellano dell’Ospedale CTO di Bari.Vescovo di Locri Gerace dal 12 febbraio 1994, è stato Presidente della Commissione CEI Problemi sociali e lavoro, Giustizia e pace e salvaguardia del creato. L’8 novembre 2007 è stato promosso alla sede arcivescovile metropolitana di Campobasso Bojano, dove è entrato il 19 gennaio 2008. Collabora con il mensile Messaggero di Sant’Antonio.
Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: Il tulipano giallo (2008); I colori di Luca (2007); Gli alberi dell’anno (2004); La terra e la gente. La speranza in cui credo (2001); Una chiesa tra gli ultimi. Riflessioni pasquali di un vescovo (2000).