Lo Spirito di Cristo nello spirito dell'uomo: un unico mistico "sé". Questa espressione suggerisce l'intuizione che si intende teologicamente giustificare e presentare con questo saggio. Il fine per il quale Dio per amore ha dato avvio alla realtà creata, ovvero l'intenzione che da principio lo ha mosso a porre innanzi a sé un essere simile a sé, è quello di non lasciare che l'altro amato, pur creato a sua immagine e somiglianza, rimanga altro, lontano, infinitamente distante, ma di impiantare l'estraneo che gli sta di fronte in se stesso, in una maniera tale da realizzare una comunione così intima da fare dell'amato il suo stesso "sé", senza con ciò dissolvere o annichilire, nell'oceano infinito della sua maestà divina, la sua individualità e personalissima identità. In altre parole, l'intenzione dello studio è quello di fare emergere come lo scopo ultimo dell'intero Mistero divino, che va dalla creazione alla redenzione, fino a giungere alla piena divinizzazione, sia quello di portare, per grazia, l'intima interiorità dell'uomo, il suo "sé" cosciente e volitivo, non solo ad essere conforme a quello di Cristo, ma unito al suo, anzi partecipe del suo, tanto da realizzare, più che "un'unica mistica persona", "un unico mistico sé".