Il 27 luglio 1918 si concludeva la breve parabola di vita del quattordicenne Maggiorino,passato come una meteora luminosa nel cielo della nascente Famiglia Paolina. Don Alberione ne scrisse, a caldo, una commossa biografia,che viene ora riproposta secondo la versione originale edita nel 1919. Essa merita questa pubblicazione,poiché costituisce il più semplice e convincente esempio di pedagogia alberioniana,la dimostrazione vissuta del suo metodo e dei suoi frutti. In un discorso del 1961, Don Alberione ebbe a sottolineare che Maggiorino Vigolungo è “l’aspirante modello di una vocazione nuova… vocazione che richiede intelligenza e visione larga delle necessità della Chiesa e una apertura che abbracci tutte le forme moderne degli apostolati,particolarmente stampa,cinema,radio,televisione”. L’esempio di questo giovane doveva essere proposto non solo quale modello per i molti ragazzi che accostavano la nascente congregazione ma anche quale modello dei giovanissimi: “Vigolungo Maggiorino può essere considerato il Savio Domenico della Famiglia Paolina” amava ripetere. Un libro che sgorga dal cuore di un Fondatore di trentacinque anni,scritto con una semplicità incantevole,nelle cui pagine risplende il proposito che segnò la vita di Maggiorino Vigolungo:“Voglio farmi santo,veramente santo, sul serio santo.”
AUTORE
Giacomo Alberione,nacque a San Lorenzo di Fossano (Cuneo),il 4 aprile 1884.Il 25 ottobre 1896 entrò nel seminario di Bra, dove rimase fino alla primavera del 1900; dopo sei mesi trascorsi in famiglia tra preghiera e lavoro nei campi,si trasferì nel seminario di Alba.Nella notte fra il 31 dicembre 1900 e il 1°gennaio 1901,durante l’adorazione eucaristica,ebbe l’intuizione di un cammino speciale voluto da Dio per lui e per altri. Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1907 e,il 9 aprile 1908,conseguì la laurea in Teologia.Il 20 agosto 1914,ad Alba,pose il primo germe della futura Congregazione, aprendo la Scuola Tipografica Piccolo Operaio.Il 5 ottobre 1921 fu costituita la Pia Società San Paolo,che il 12 marzo 1927 divenne società religiosa clericale di diritto diocesano.Il giorno successivo don Giacomo Alberione emise la professione religiosa, assumendo il nome di Giuseppe.Tra il 1915 e il 1960 fondò quattro Congregazioni femminili e diversi Istituti secolari.Nel luglio del 1936 si trasferì definitivamente a Roma,dove morì il 26 novembre 1971,confortato da una visita di Paolo VI.