La religione manichea, dal nome del suo fondatore Mani, vissuto nel III secolo d.C., è estinta da diversi secoli. Ma una certa sua fama è rimasta, nell'etichetta di "manicheo" che viene applicata, semplicisticamente, a qualsiasi intransigente voglia dividere senza sfumature il bianco dal nero, la luce dal buio. Ciò corrisponde, in parte, alla verità di un messaggio nato per distinguere e separare la Luce e la Tenebra, l'anima divina prigioniera nella materia: nel mondo come dentro il cuore dell'uomo, esortato a svegliarsi, illuminato da una gnosi di consapevolezza e di azione, che nei comandamenti di rinuncia e di ascesi realizza una separazione della sua parte più luminosa da quella più istintuale, liberandosi e salvandosi. Ispirato dal suo angelo Gemello, Mani proclamò con fervore missionario la sua parola di vita, tradotta in più lingue, dal Mediterraneo alla Cina, e illustrata con miniature policrome di una raffinata arte pittorica e libraria che lo rese noto anche ai suoi detrattori.