Il sottotitolo di questo libro vuole rendere giustizia alla parola "animazione" che nella lingua italiana in questi ultimi quattro decenni ha subito un indebito e arbitrario mutamento di significato. Essa, infatti, è stata ed è utilizzata per indicare un insieme di attività ludiche, di intrattenimento e, nel migliore dei casi, espressive condotte in modo dinamico, vivace e coinvolgente. Questo utilizzo della parola "animazione" è arbitrario perché fa riferimento al significato della parola francese "animation" e non a quello autentico della lingua italiana del "dare anima" e del "dare, conservare e svolgere la vita". Volta al mondo educativo la parola animazione può perciò essere utilizzata per indicare una pedagogia che mette al centro dell'agire educativo la celebrazione della vita autenticamente umana tessuta dalla libertà, dalla creatività, dalla gioia, dall'amore per gli altri, dalla speranza come senso fondamentale dell'essere e, infine, dalla considerazione dello scacco e del fallimento come elementi ineliminabili dell'umano, che possono però, se educativamente sostenuti, essere origine di vita e non, invece, di distruttiva disperazione. Il titolo invece vuole alludere alla necessità, da parte dell'educare, di promuovere il ritorno dell'anima dall'esilio in cui l'ha collocata la modernità.