Questo volume si apre con un saggio del grande fisico italiano Carlo Rovelli che, con una chiarezza esemplare, spiega il concetto di certezza nella scienza (e nella vita). Un altro luminare della ricerca italiana, Alessandro Rossi, descrive le ultime acquisizioni delle neuroscienze che danno finalmente una risposta scientificamente fondata alla classica domanda della filosofia: chi siamo? Sulle acquisizioni delle neuroscienze anche un contributo di Sossio Giametta, mentre il concetto di scienza in generale è oggetto del lungo saggio di Edordo Boncinelli.
Il cuore del volume è però un grande “iceberg” dedicato all'atteggiamento antiscientifico che ormai caratterizza gran parte delle persone che si definiscono “di sinistra”, pregiudizialmente sospettose per tutto ciò che sa di 'manipolazione' e altrettanto pregiudizialmente inclini ad accogliere come salvifico tutto ciò che è 'naturale', 'alternativo', soprattutto non 'occidentale': dall'omeopatia al rifiuto dei vaccini, dalla sperimentazione animale alla moda del biologico. Silvia Bencivelli, Telmo Pievani, Antonio Pascale, Silvio Garattini tracciano un quadro desolante.
Eppure Carlo Bernardini ricorda che c'è stato un periodo, nel secondo dopoguerra, in cui la politica in generale e la sinistra in particolare avevano colto il potere progressista della scienza, per poi rassegnarsi invece a una via di declino. Dalla quale sarebbe ancora possibile uscire, cambiando però decisamente rotta e investendo in ricerca, come suggerito da Pietro Greco. In questo progressiva deriva della sinistra verso un atteggiamento antiscientifico una non piccola colpa ce l'hanno alcune filosofie molto in voga nel Novecento che hanno ridotto la realtà a mera interpretazione, come spiega Carlo Augusto Viano.
In chiusura del volume un lungo e articolato saggio dell'economista Wolfgang Streeck sulle contraddizioni del capitalismo.