Da marxista a liberal-democratica, dissidente ed esiliata, Ágnes Heller (nata in una famiglia ebrea di Budapest nel 1929) racconta - in questo libro-intervista - la sua straordinaria avventura di vita e di pensiero attraverso il secolo dei totalitarismi e delle utopie. Il padre, anarchico e scrittore. La vita nel ghetto. Il maestro indimenticato, Gyorgy Lukacs. E poi l'abbandono dell'Ungheria nel 1973, l'Australia e New York. E dopo la caduta del Muro e la fine del comunismo, il ritorno a Budapest, cuore inquieto dell'Europa, attraversato da sussulti neonazionalisti. E una passione speciale per l'Italia: "Fu il mio primo viaggio in Occidente. Nelle vie, nelle chiese, nelle case, nei palazzi di Firenze ho incontrato un sogno, o meglio, ho incontrato il mio sogno di un mondo adeguato all'uomo".