Riflesso umano di Dio, che si fa buon samaritano di ogni uomo e di ogni comunità umana che soffre, il ministro della consolazione, con la sua presenza silenziosa e partecipe della sofferenza altrui, offrirà consolazione, conforto, incoraggiamento a quanti sono colpiti dalla sofferenza.
Egli sarà vicino ad ogni uomo ammalato con delicatezza di tratto, nel rispetto più assoluto della sua persona, della sua dignità, in un atteggiamento di ascolto alle sue necessità.
Aiuterà i cristiani ad andare incontro alla morte con speranza, senza paura alcuna, con una fiducia piena «nel Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione» (2Cor 1,3).
Preparerà l’ammalato credente e la sua famiglia alla celebrazione del Sacramento dell’Unzione che solleva le sofferenze fisiche e spirituali, rimette i peccati e, ungendo il corpo come preparazione alla risurrezione, consola l’ammalato con la luce della pasqua di Cristo.
Il ministero della consolazione, infine, vuol essere un servizio alla comunità intera, perché il soffrire degli uomini sia un luogo di apprendimento della speranza (cfr Spe salvi, 35 ss).