Per la seconda parte di questo romanzo, in cui Bond tenta di scongiurare l'attacco atomico che il satanico Hugo Dax ha pianificato contro Londra, Fleming aveva fatto ricerche molto accurate, sfruttando la consulenza sia dell'ente spaziale britannico sia del futuro autore di "2001: Odissea nello spazio" Arthur C. Clarke. Per la lunghissima e tormentosa partita a bridge contro Hugo Dax, naturalmente - che lo apre, invece, così come per i molti e preziosi dettagli sulla vita notturna londinese, e per la fisionomia della terza Bond Girl della serie, la temibile Gala Brand, aveva attinto a quella che comunemente si chiama "esperienza personale". Quanto alla routine quotidiana - il libro si intitolava, in origine, I lunedì sono un incubo- e allo stile di vita di Bond a Londra, qui svelati per la prima volta, erano, con pochi ritocchi, gli stessi del suo autore. Il risultato è la storia più complessa e autentica di Fleming, che sulla sua copia personale di Moonraker aveva scritto una riga da considerare, come sempre, la miglior guida possibile alla lettura: "Ispirato al copione di un film cui ho pensato per molto tempo e alla strada di Dover, su cui ho guidato per anni quando abitavo a St. Margaret's Bay".