Non esisterebbe il progresso dell'umanità, se essa adattasse la sua morale, individuale e collettiva, alla logica della natura: il nostro senso morale e la nostra cultura si sono sviluppati, a volte in consonanza, ma più spesso in dissonanza con i principi "naturali".
Nella visione laica, l'individuo è l'unico e indiscusso sovrano e padrone della propria vita, della quale, non creando danni a terzi, deve poter disporre liberamente in qualsiasi momento, fino al confine estremo della rinuncia consapevole ad essa.
Il personalismo cattolico si ritiene differente e, di fatto, totalmente opposto all'individualismo secolare, laico e liberale: il personalismo trasforma la verità, e non l’individuo, in norma di moralità, ritenendo che un'etica completamente soggettiva distrugga la comunità umana.
Chi dev'essere considerato il proprietario di un corpo inanimato, quando si spegne la coscienza dell'individuo che lo abita? Dio, lo Stato, la famiglia, la classe medica, la chiesa?
Oppure, estrema beffa laica del morente, la proprietà e il destino del proprio corpo esanime possono essere ancora rivendicati ed esercitati dall'individuo, in nome della sua libertà e autonomia decisionale?