Un patto col diavolo. Una rete di rapporti e interessi inconfessabili che lega a filo doppio vincitori e "vinti". È lo scenario che emerge da questa coinvolgente inchiesta che si basa su un enorme massa di materiali d'archivio finalmente desecretati. Una lettura che evidenzia il disinteresse per la Shoah da parte degli Alleati come prologo di una cospirazione del silenzio che nel corso degli anni ha intessuto una ragnatela di rapporti economici, infiltrazioni, connivenze, fino a rendere prassi l'utilizzo di criminali di guerra nazisti. Boia come Karl Hass, uno dei responsabili dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, assoldato nell'organizzazione Los Angeles con l'incarico di infiltrare il partito comunista italiano. Un'altra organizzazione clandestina Hacke, fondata da ex appartenenti al regime nazista, e infiltrata da agenti sovietici, estenderà le sue ramificazioni in tutta Europa, mentre saranno più di diecimila i criminali nazisti accolti negli Stati Uniti. Condotta con rigore e talento narrativo, l'indagine di Calvi consente di ricostruire una struttura mostruosa, cinica e a volte incomprensibile, che evidenzia complicità a ogni livello. È una lettura medita che, seguendo le brillanti carriere di ex SS e propagandisti di Hitler, addirittura sino ai vertici di aziende multinazionali, restituisce il senso di un'ingiustizia intollerabile. E ci dice che le vittime hanno perso due volte, mentre i carnefici, in molti, hanno vinto.