È l’amore per la Scrittura che ritroviamo nelle pagine di madre Maria Ignazia Angelini consapevole che, come ricorda Benedetto, non c’è pagina o parola ispirata della sacra Scrittura che non sia norma sicura di condotta per la vita monastica e cristiana e che, specularmente, non c’è sfida o interrogativo posto dagli eventi e dai comportamenti quotidiani che non possa essere letto alla luce della parola di Dio. In questi testi vi è un incessante andirivieni dal monastero al mondo, dal corpo comunitario all’ospite accolto, dal tempo e lo spazio quotidiano alla lettura dei segni dei tempi e degli spazi ecclesiali e civili di ampio respiro. È la voce leggera e insieme ferma che si leva da un monastero ai bordi della città, è lo sguardo d'amore che una comunità ai margini della chiesa posa sul cuore della compagine ecclesiale, è l'appello che invoca e offre misericordia.
(dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi, priore di Bose)
Maria Ignazia Angelini (Pesaro 1944), badessa del monastero benedettino di Viboldone (Milano), ha studiato con Giovanni Moioli alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, dove ha anche insegnato per diversi anni. È stata maestra delle novizie dal 1980 sino al 1996, quando è stata eletta badessa. È impegnata in diversi ambiti di incontro monastico, anche a livello ecumenico. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Il breviario della vita religiosa (1978), Il monaco e la parabola (1983), Un silenzio pieno di sguardo (1996).