«In Paracelso, la ninfa si presenta come una creatura in carne e ossa, creata a immagine dell'uomo, che può acquistare un anima solo unendosi con lui. La congiunzione amorosa con l'immagine, simbolo della conoscenza perfetta, diventa in Boccaccio l'impossibile unione sessuale con una imago trasformata in creatura che "beve e mangia"...» Così, il filosofo Giorgio Agamben si avventura nell'indagine sulla natura misteriosa e doppia delle Ninfe, mettendo in campo riflessioni sulla letteratura, la filosofia, la mitologia, la storia dell'arte e l'antropologia. Rifacendosi alla lezione di Aby Warhurg che, utilizzando tutte queste "piste indiziarie", seppe dare una nuova e feconda lettura del mondo delle immagini, Agamben torna a lavorare sui materiali di "Stanze", ragionando su queste figure che paiono essere una delle chiavi più ricche per penetrare la mitologia degli antichi e anche certe costanti della nostra storia psicologica rispetto al rapporto tra Anima e Sessualità.