Non posso emettere verità sul Giappone perché continuo a non capirlo. Ci ho vissuto un anno e mezzo distribuito su sette soggiorni di qualche mese ciascuno, distanti quattro o cinque anni l'uno dall'altro, e continuo a non essere sicuro di avere capito. Né le cose grandi, né i dettagli. Una piccola galassia di incontri, scontri, errori, salvataggi, ipotesi e rivelazioni racconta lo spaesamento di un intellettuale italiano nel paese degli isolani d'Asia. Una persona abituata a capire, a padroneggiare, che invece deve continuamente riconoscere la propria natura di principiante. Ma senza angoscia, perché il Giappone è mite, e perfino quando ti trae in arresto per una specie di reato, ti tratta con rispetto. E il Giappone è stupendo e abbagliante, quando si rivela nella sua grandezza. Fra i personaggi di queste storie ci sono confezioni di caramelle, orsi prudenti, terremoti da tavola e ragazze come si deve, gessetti colorati, dinosauri distruttori e poliziotti pazienti, rifiuti firmati, lo snack Big Katsu e una Lamborghini copiata, fiumi, laghi, vulcani e timbri di giada, Del Piero e Sophia Loren. E a ogni passo si scopre che il non capire è un bene prezioso.