Il volume, il primo di una trilogia, parla dell'esperienza del male e del peccato, a partire dal testo biblico di Genesi, ma calato nella condizione della modernità. Noi tutti viviamo non solo nel peccato, ma nella condizione di coloro che devono "scusarsi" per averlo commesso: il senso di colpa attanaglia le donne e gli uomini religiosi. E il nostro peccato si declina in forme che sconvolgono le nostre vite: ci sentiamo soli, inadeguati, cancellati; siamo insofferenti, infedeli, idolatri; ma viviamo anche nel dolore (siamo muti, ciechi, fuggiaschi) e, forse, è proprio Dio l'unico che ci guarda nella certezza che, a volere tutto questo, non siamo stati noi. Dio, paradossalmente, è l'unico che può condurci fuori dal senso di colpa, restituendoci la vista, la parola e un sentiero da camminare insieme.