“Qualcuno mi ha chiesto quale sarebbe
il primo provvedimento che prenderei
se fossi eletto democraticamente ‘presidente’.
Ebbene il primo provvedimento che prenderei
sarebbe quello di dimettermi,
perché se il paese mi eleggesse democraticamente
vorrebbe dire che non ha più bisogno di me.”
Marco Pannella è parte della storia della politica italiana del dopoguerra. Ma, pur avendo molto parlato e comunicato, prima di questo libro non si era mai raccontato. Per lui hanno parlato le sue battaglie, i suoi discorsi parlamentari a Roma e a Bruxelles, le sue resistenze, i suoi scioperi della fame e della sete. Alla guida di un “piccolo partito”, è spesso stato espressione di maggioranze degli italiani, interprete dei loro desideri, delle loro necessità, dei loro bisogni. Per questo non considera il suo un “partito minoritario”.
Stefano Rolando lo interroga, qui, a tutto campo: dalla formazione della classe dirigente nella Goliardia alla nascita del Partito Radicale, alle battaglie vinte per aborto, divorzio, obiezione di coscienza, all’attualità della politica. E gli chiede conto del suo retroterra politico e culturale. Su padri, figli e compagni di viaggio: da Mario Pannunzio ad Arrigo Benedetti, da Leonardo Sciascia a Elio Vittorini, da Pier Paolo Pasolini a Emma Bonino. Un libro agile e approfondito, punto di riferimento per chi voglia capire una personalità che ha marcato per sessant’anni la politica italiana.
“Dove il potere nega, in forme palesi ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati come Marco Pannella che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi.”
Eugenio Montale (Corriere della Sera, 1974)
“Quel Pannella, credetemi, è il diavolo!”
Flaminio Piccoli (Segretario nazionale della Democrazia Cristiana, 1978)
Marco Pannella (Teramo, 1930), in gioventù nella sinistra liberale, ha rifondato a metà degli anni cinquanta il Partito Radicale di cui è tuttora leader. È entrato in Parlamento nel 1976. È stato per trenta anni europarlamentare. Ha condotto storiche battaglie referendarie per i diritti civili che hanno portato alla legalizzazione dell’aborto, alla scomparsa degli aborti clandestini, alla chiusura dei manicomi, alla legittimazione dell’obiezione di coscienza. Tra le molteplici iniziative internazionali quella che ha permesso di formare nel 2008 una maggioranza all’ONU contro la pena di morte.