Tripoli, 1967: la Guerra dei Sei Giorni innesca una spirale di violenze contro l'intera comunità ebraica della città, con cacce all'uomo e assalti casa per casa, tumulti, saccheggi, sinagoghe incendiate. Comincia un esodo straziante, con migliaia di persone costrette a fuggire precipitosamente con una valigia e venti sterline in tasca, abbandonando in Libia ogni cosa. Due di quelle persone sono Giulio e Jasmine, con il loro figlio di pochi mesi. La coppia riesce a scappare in Italia, ma Giulio deve tornare in Libia per cercare di salvare, o di vendere, almeno una parte dei beni di famiglia che là sono rimasti. È allora che viene arrestato e incarcerato senza motivo. Per i due coniugi è l'inizio di un viaggio all'inferno e ritorno, mentre lui lotta per resistere tra gli orrori del carcere e lei combatte per farlo liberare. Una storia di trame oscure in cui si incrociano agenti e spie del Mukhabarat, la polizia segreta libica, e poi ministri, ambasciatori, capitribù, avvocati, e lateralmente il Mossad. Mentre Giulio e Jasmine cercano di mantenersi fedeli a una promessa non scritta: non superare mai l'invalicabile linea rossa imposta dalla propria dignità. Dopo un silenzio durato oltre cinquant'anni, la loro storia d'amore e di coraggio rivive in queste pagine come una testimonianza sofferta e personale, ma anche come una ricostruzione vivida delle violenze e delle persecuzioni in un periodo buio, ancora tutto da scrivere, nella Libia di fine anni Sessanta. La vita si fa romanzo, un romanzo vero.