Stella non ha mai conosciuto i suoi genitori. Cresce con una nonna eccentrica, una sorta di Bette Davis in stile vittoriano, adorata e terrorizzante al tempo stesso, fino a quando, compiuti i diciotto anni, non decide di trasferirsi a Londra. Il suo spirito ribelle e una voglia bruciante di nuove esperienze la spingono ad abbracciare il movimento punk, affascinata dal cangiante Ziggy Stardust di David Bowie, e a sperimentare ogni cosa. Il sesso innanzitutto. Con i personaggi più disparati. Uomini e donne. Ma una sera, a una festa, incontra "Daddy". Cinquant'anni, alto, forte, ricco, deciso. Stella va a stare da lui. Accetta di portare abiti da Lolita. E scopre che il sottile gioco erotico della sottomissione esercita su di lei un'attrazione irresistibile. Che ogni desiderio di lui è anche il suo. "Era la figura paterna che non avevo mai avuto e l'amante perfetto che avevo sempre desiderato". Trascorre tre anni da scolaretta in tacchi alti, accettando di subire punizioni per aver disobbedito, felice di rimettersi alle sue volontà, di non dover pensare a nulla, di non dover prendere decisioni, nemmeno sul cibo che può o non può mangiare. Tanto "ci pensa Daddy". Fino a quando il gioco non si ribalta.